Verso la fine del
Proterozoico, i continenti erano tutti riuniti in un unico grande
supercontinente, chiamato Rodinia. Durante il Cambriano, i movimenti
tettonici avevano cominciato a frammentare la Rodinia, formando vari
continenti (più o meno estesi) che andavano ad allontanarsi tra di
loro.
Nell'Ordoviciano avviene il momento di massima dispersione di
queste masse continentali, che dalla fine di questo periodo in poi
cominceranno di nuovo a riavvicinarsi fino a formare, alla fine del
Paleozoico, il supercontinente di Pangea.
Durante questo periodo,
dunque, le masse terrestri erano organizzate principalmente in due
grossi blocchi, ognuno composto da uno o più paleo continenti: a
Nord, in prossimità dell’equatore e comunque vicino alle fasce
tropicali, erano situati il grande continente di Laurentia (che
comprendeva gran parte dell’attuale Nord America, la Groenlandia,
parte della Norvegia e della Gran Bretagna) e quello di Siberia,
comprendente larga parte dell’attuale Russia.
Nella zona intermedia, alle medie latitudini sud (circa 30° e 60°), si estendevano vari piccoli continenti, tra cui quello di Avalonia, il grande blocco della Baltica, e due blocchi cinesi, di cui quello Sud rappresentava il maggiore.
Di estensione maggiore era invece il continente di Gondwana, formato da quelle che sarebbero poi diventate Sud America, Africa, Australia, India, Antartide e parte dell' Asia occidentale. Gondwana, circondata da moltissimi altri mini continenti, si estendeva dal polo Sud fino all’Equatore.
Nella zona intermedia, alle medie latitudini sud (circa 30° e 60°), si estendevano vari piccoli continenti, tra cui quello di Avalonia, il grande blocco della Baltica, e due blocchi cinesi, di cui quello Sud rappresentava il maggiore.
Di estensione maggiore era invece il continente di Gondwana, formato da quelle che sarebbero poi diventate Sud America, Africa, Australia, India, Antartide e parte dell' Asia occidentale. Gondwana, circondata da moltissimi altri mini continenti, si estendeva dal polo Sud fino all’Equatore.
Disposizione dei contienti durante l'Ordoviciano Medio. Da Servais et al., 2010 |
La correlazione tra
posizione dei paleo continenti e la diversità biologica su vasta
scala temporale è stata largamente discussa (in particolare,
Valentine and Moores, 1972). Ad un elevata frammentazione dei
continenti, con la creazione di diverse barriere fisiche e di varie
zone isolate, corrisponde un’elevata biodiversità, come
conseguenza di un momento più favorevole per la speciazione
allopatica. Al contrario, momenti di unione dei continenti, con poche
barriere geografiche e popolazioni più cosmopolite, rappresentano
momenti meno favorevoli per la biodiversificazione.
Oltre ad essere il
periodo paleozoico di più grande dispersione dei continenti,
l'Ordoviciano rappresenta anche il momento in cui si riscontra
maggiore presenza di mari epicontinentali, frutto dell’innalzamento
del livello del mare e conseguente inondazione di vaste zone ai
margini dei continenti. I mari epicontinentali, bassi, vicini alla
costa e con abbondante stagionalità, costituirono l’habitat
prediletto (quasi esclusivo) dei primi vertebrati.
Dopo aver analizzato la paleobioecologia di Arandaspida, proviamo a vedere in generale come possiamo integrare i dati paleogeografici con le associazioni fossili di vertebrati fossili ordoviciani.
Dopo aver analizzato la paleobioecologia di Arandaspida, proviamo a vedere in generale come possiamo integrare i dati paleogeografici con le associazioni fossili di vertebrati fossili ordoviciani.
Il record fossile
inerente i vertebrati ordoviciani può essere suddiviso in 4 diversi
compartimenti temporali, che già da subito riescono a darci una
prima visione del grande endemismo tipico di questo periodo.
I più antichi vertebrati
fossili (se si escludono Anatolepis e altri piccoli frammenti
fosfatici isolati, più antichi) risalgono alla fine dell'Ordoviciano
inferiore. Oltre a Porophoraspis, un arandaspide proveniente dall'Australia di cui
abbiamo già parlato, sono stati rinvenuti anche
altri frammenti fosfatici tipicamente da vertebrato, sempre in Australia, il misterioso Pircanchaspis in Bolivia e alcuni
resti isolati di un curioso animale chiamato Fenhsiangia,
provenienti dal Sud della Cina.
Semplicemente basandoci
sulla distribuzione geografica dei resti (che, non dimentichiamolo mai,
potrebbe essere comunque solo un artificio legato alla rarità dei resti
ordoviciani per quanto riguarda i vertebrati) possiamo già notare come
tutti questi taxa facciano parte esclusivamente del continente di
Gondwana, mentre nessun fossile proviene dai blocchi a Nord
(Laurentia, Baltica, Siberia, Avalonia).
Che il luogo d'origine dei vertebrati possa essere identificato come il continente di Gondwana, vista anche la presenta di taxa filogeneticamente vicini ai vertebrati provenienti da Chengjiang? Per ora no si possono trarre conclusioni, vista la pochezza dei fossili, però ritengo sia un dato da segnalare.
Che il luogo d'origine dei vertebrati possa essere identificato come il continente di Gondwana, vista anche la presenta di taxa filogeneticamente vicini ai vertebrati provenienti da Chengjiang? Per ora no si possono trarre conclusioni, vista la pochezza dei fossili, però ritengo sia un dato da segnalare.
A partire
dall'Ordoviciano medio, il record fossile riguardante i vertebrati si
fa molto più abbondante, con i taxa che abbiamo già visto lo scorso
post. Arandaspis, Sacabambaspis e ancora Porophoraspis
in Australia, Sacabambaspis in Oman e Argentina. Ancora una
volta, si può notare come tutti i vertebrati dell'Ordoviciano medio
siano stati ritrovati solo nel continente di Gondwana (dove vivevano,
come abbiamo visto l'altra volta, molto vicino alla costa), mentre
non vi è ancora stata alcuna segnalazione di vertebrati in altri
paleocontinenti.
Questa associazione
tipicamente gondwaniana enfatizza il grande endemismo delle faune ordoviciane, faune che si possono dividere in due
differenti blocchi, la GEA (Gondwaniana Endemic Assemblage), distinta
dalla LBSA (Laurentia- Baltica – Siberia Assemblage). Come vedremo
continuando nel post, questi due faune saranno molto diverse tra di
loro e assolutamente endemiche, con nessun taxa in comune.
Mi permetto di farvi
osservare come, nella GEA dell'Ordoviciano medio, la fauna a
vertebrati è costituita esclusivamente da arandaspidi (sparsi lungo
tutti i margini del continente), a sottolineare il grande successo
evolutivo di questo gruppo in tale periodo. Nessuna traccia, per ora,
di gnathostomi.
Tale associazione
durerà però solo per i primi milioni di anni che compongono
l'Ordoviciano superiore, estinguendosi circa 453 milioni di anni fa.
Essi rappresenta l'ultimo record fossile relativo ai vertebrati del
supercontinente di Gondwana. Fino all'inizio del Siluriano, non si
ritrovano più vertebrati.
A
partire da circa 455 milioni di anni fa, però (con un tempo di
sovrapposizione di 2 milioni di anni con la GEA, anche se non vi è nessun taxon
in comune) comincia a formarsi e a diversificarsi la LBSA, con circa
13 differenti taxa (e un grado di diversità a livello di grandi
gruppi già abbastanza significativo) distribuiti principalmente in
U.S.A. e Canada.
I fossili provengono in gran parte dalla formazione Harding Sandstone, in Colorado, dominata principalmente dagli pteraspidomorphi Astraspis ed Eriptychius.
Gli arandaspidi si sono estinti, ma nonostante ciò, dunque, gli agnati restano dominanti.
Oltre ad essi, si ritrovano numerosi altri fossili di vertebrati, sia di agnati (vari telodonti e un frammento che potrebbe rappresentare un dentello orale di lampreda) sia dei primi gnathostomi, tra cui alcuni denti di squali e i bizzarri Skiichthys e Sinacanthus, che potrebbero essere rispettivamente un placoderma e un acanthode, anche se la loro sistematica rimane ancora problematica.
I fossili provengono in gran parte dalla formazione Harding Sandstone, in Colorado, dominata principalmente dagli pteraspidomorphi Astraspis ed Eriptychius.
Gli arandaspidi si sono estinti, ma nonostante ciò, dunque, gli agnati restano dominanti.
Oltre ad essi, si ritrovano numerosi altri fossili di vertebrati, sia di agnati (vari telodonti e un frammento che potrebbe rappresentare un dentello orale di lampreda) sia dei primi gnathostomi, tra cui alcuni denti di squali e i bizzarri Skiichthys e Sinacanthus, che potrebbero essere rispettivamente un placoderma e un acanthode, anche se la loro sistematica rimane ancora problematica.
Insomma,
al contrario della GEA, che rimase quasi esclusivamente appannaggio
degli arandaspidi, la LBSA presenta una diversità maggiore, forse
anche perché presentava condizioni climatiche leggermente diverse,
con un clima un po' più caldo, tropicale, e con mari un po' più
profondi rispetto a quelli che abbiamo visto per la GEA.
Difficile
spiegare se la radiazione della LBSA sia collegata in qualche modo
con la fine della GEA, anche per la mancanza di taxa comuni.
(Altro problema: come collegare le due fauna? Se i vertebrati si sono originati nel Gondwana, come hanno fatto ad arrivare nella Laurentia e come mai ci hanno messo così tanto? A tutte queste domande, per ora, non c'è risposta certa).
(Altro problema: come collegare le due fauna? Se i vertebrati si sono originati nel Gondwana, come hanno fatto ad arrivare nella Laurentia e come mai ci hanno messo così tanto? A tutte queste domande, per ora, non c'è risposta certa).
Infine,
verso la parte finale dell'Ordoviciano, le faune a vertebrati sono
localizzate, seppur sempre nella LBSA, fuori dalla Laurentia, dove
fino a pochi milioni di anni prima erano stati dominanti. Nella
Baltica si trovano i resti dell'enigmatico Tesakoviaspis
(un possibile pteraspidomorpho), in
associazione con i telodonti Sandivia
e Stroinolepis. Nella
Siberia invece, Tesakoviaspis
(che pare essere un genere abbastanza diffusivo nella parte Nord Est
della LBSA in questo periodo) si ritrova insieme a frammenti di
acanthodi e di un possibile astraspide.
Perché
non si trovano più resti di vertebrati fossili (di qualunque
gruppo!) nella Laurentia di fine Ordoviciano (dove torneranno nel
Siluriano)? Alcuni hanno ipotizzato un secondo evento di estinzione
di massa, così come quello che aveva colpito le faune della GEA
alcuni milioni di anni prima (Blieck and Janvier 1991, Turner 1999).
La
storia dei vertebrati nell'Ordoviciano ci permette di capire l'alto
grado di endemismo che caratterizzò tutto questo periodo. La
presenza di due faune ben distinte, la GEA e la LBSA, a loro con
evidenti differenze interne sia a livello temporale che geografico,
forniscono dati importanti per capire l'origine e l'evoluzione dei
vertebrati.
Il
riscontro di queste situazioni anche in tanti altri gruppi di animali
ordoviciani (e in parte siluriani), indica che la separazione
geografica, i microambienti formatisi durante la separazione della
Rodinia, e le differenze di clima e di habitat furono molto
importanti per l'evoluzione e la radiazione dei principali gruppi di
animali. Radiazione che, dopo la prima grande esplosione cambriana,
rappresentò una grande sterzata nell'evoluzione della vita sulla Terra.
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Bibliografia:
- Blieck, A., and Turner, S., 2003
Global Ordovician vertebrate biogeography. Paleogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 195: 37-54
Global Ordovician vertebrate biogeography. Paleogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 195: 37-54
- Servais, T., Owen, A. W., Harper, D.A.T., Kroger, B., Munnecke, A., 2010
The Great Ordovician Biodiversification Event (GOBE): The palaeoecological dimension. Paleogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 294: 99-119
- Valentine, J.W., and Moores, E.M., 1972The Great Ordovician Biodiversification Event (GOBE): The palaeoecological dimension. Paleogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 294: 99-119
Global tectonics and the fossil record. Journal of Geology 80: 167-184
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