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Visualizzazione post con etichetta Climatologia. Mostra tutti i post
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L'estinzione di massa di fine Ordoviciano Parte 2: I basalti e il crollo della CO2

Per chi non ha seguito la prima parte della storia (necessaria), leggere qui

Poco prima dell'Hirnantiano e della glaciazione che caratterizza quest'ultimo piano dell'Ordoviciano, è avvenuto un leggero periodo di riscaldamento globale (Fortey and Cocks, 2005), chiamato "Boda event" (d'ora in poi BE), circa 447 milioni di anni fa. Questo picco di temperatura, avvenuto in un clima già piuttosto caldo e umido come quello che caratterizzò tutto l'Ordoviciano, è segnalato da un incremento dell pC02 atmosferica, da un aumento del delta C13 e da tracce biologiche correlate ad un aumento della produttività primaria, soprattutto per quanto riguarda i coralli.
Come abbiamo visto nel post precedente, circa 1-2 milioni di anni dopo, iniziò un periodo di intenso raffredamento globale, con un crollo della concentrazione di CO2 e l'inizio di una fase glaciale molto intensa.
Qualcosa, dunque, non torna.
Com'è possibile che si inneschi un periodo glaciale in un momento di alte temperature?
A questa domanda hanno tentato di rispondere in molti.

Global Warming? Si, grazie! (Parte seconda)

Che l'argomento Global Warming susciti grande interessa ormai è cosa chiara.
Nel post precedente ho parlato brevemente della storia delle temperature medei superficiali della Terra e della C02 nel corso della storia del nostro pianeta, immaginando che il post avrebbe avuto abbastanza lettori, visto l'argomento.
Quello che non mi aspettavo (Grazie!) era che il post venisse letto 250 volte (con 31 commenti) in una sola settimana!
Eh, il potere dei temi d'attualità.

Come abbiamo visto la volta scorsa, la concentrazione della C02 in atmosfera provoca inevitabilmente variazioni climatiche. L'aumento di temperature che stiamo sentendo sulla nostra pelle oggi infatti anche è il frutto di un aumento (antropico e non) della concentrazione di anidride carbonica. Tuttavia, ho portato alcuni dati che mostrano come la quantità di C02 attuale sia piuttosto bassa rispetto ai valori medi della Terra nel corso delle varie ere geologiche.
Ci sono stati periodi in cui la pC02 era più alta e periodi in cui la pCO2 era molto più alta di oggi. Pochi periodi in cui la CO2 era a livelli uguali o inferiori ad oggi.
In questa seconda parte della mini serie di Paleostories dedicata ai cambiamenti climatici terrestri, parlerò di cosa succederebbe, secondo un preciso modello, in caso di ampie variazioni di C02, sia verso il basso che verso l'alto.
In particolare, cosa succederebbe se si aumentasse di 2 o più volte (fino a 8x) la concentrazione di C02 rispetto all'attuale? E se invece si sottraesse anidride carbonica tale da averne la metà rispetto ad ora?

Nel 1985 Manabe e Bryan proposero un modello (per quanto ne so io ancora valido, ma attendo eventuali vostri chiarimenti) che indagasse appunto sulle conseguenze, per vari parametri terrestri, di estreme variazioni della concentrazione di C02.
In particolare, lo scopo era esaminare l'interazione tra atmosfera e oceani per studiare l'evoluzione dei principali parametri zonali (ad esempio come cambia la circolazione oceanica, le temperature superficiali terrestri alle varie latitudini, l'estensione dei ghiacci, etc..) al variare della pCO2.

In base al loro modello, Manabe e Bryan (1985) calcolarono come aumenti o diminuzioni di C02 cambierebbero i)la temperatura atmosferica ii) la temperatura della superficie oceanica iii) presenza di acqua allo stato ghiacciato iv) il ciclo idrogeologico v) circolazione termoalina profonda.
Cercherò di riassumere brevemente, punto per punto, i risultati del loro studio.
Le conclusioni saranno sorprendenti.

Global Warming? Si, grazie! (Parte prima)

Oggigiorno siamo continuamente assediati da notizie sul cambiamento climatico, sull'inquinamento, sulla distruzione della Terra da parte dell'uomo, etc etc.
Giornali, televisioni, assemblee pubbliche: ormai le parole clima, cambiamento e catastrofe sono sulla bocca di tutti.
Devo dire che provo un certo fastidio quando (spesso) sento parlare di queste cose da persone che non hanno una formazione scientifica adeguata a capire quello di cui stanno veramente parlando.
Solitamente questi sono gli argomenti preferiti dei giornali da leggere sulla metro, di associazioni ambientaliste e gruppi di protesta (non che non vi siano anche giornali e associazioni corrette, per carità).
Oggi la parola Global Warming ha assunto un significato preciso e si trascina dietro tutto ciò che la gente comune pensa di male riguardo alla presenza dell'uomo sul nostro pianeta.
Ma questa visione rispecchia veramente i dati che abbiamo a disposizione?
Siamo coscienti di come realmente stanno le cose?
In questo post (diviso in due, prima e seconda parte) cercherò di affidarmi esclusivamente ai dati e mostrare brevemente (è un discorso complesso e lunghissimo) cosa sappiamo e cosa non sappiamo dell'evoluzione climatica del nostro pianeta.
Se vi chiedete perchè un blog che fin'ora ha parlato di origine dei vertebrati, di radiazioni adattive, di cyclostomi e di paleontologia affronti questi argomenti, la risposta è che, come vedremo, l'evoluzione del clima della Terra ha profondamente influenzato lo sviluppo della vita.

Vorrei partire citando in parte questo articolo, apparso qualche giorno fa sul gruppo facebook dei naturalisti dell'Università di Milano

 "Secondo le previsioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), la più importante commissione di studio delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale, se non si ridurranno presto le emissioni di gas serra la temperatura superficiale della Terra, entro la fine di questo secolo, crescerà tra gli 1,8 e i 4 gradi centigradi.
Gli scienziati dell’IPCC ritengono, con una probabilità del 90%, che il riscaldamento climatico sia causato dalle attività antropiche.  
Questo scenario sconcertante è anche e soprattutto la scena di un crimine: i cui colpevoli restano ancora nell’ombra. Un gruppo internazionale di scienziati presieduto dal Nobel Paul Crutzen sostiene che “i cambiamenti causati dall’uomo nella composizione dell’atmosfera e nella qualità dell’aria causano a livello globale 2 milioni di morti premature ogni anno”.
Enel, con le sue centrali a carbone, produce da sola in Italia oltre 26 milioni di tonnellate di CO2.
La CO2 è il gas maggiormente responsabile dell’effetto serra e del caos climatico che minaccia il nostro mondo.
[..]
È in questo scenario, fatto di desertificazioni, alluvioni, freddi eccezionali come quelli dello scorso febbraio, che s’inseriscono molte delle tragedie cui abbiamo assistito inermi negli ultimi mesi.
[..]"

Benchè l'articolo si chiuda con un invito a cercare nuove fonti rinnovabili e a programmare uno sviluppo sostenibile (due punti su cui sono d'accordo), mi dispiaccio di vedere come tutto il contorno di queste buone intenzioni sia fatto di affermazioni superficiali, errate e volutamente gonfiate.