Questa è, ovviamente, la domanda da cui
partire per affrontare il nostro viaggio nelle profondità dell'anatomia e della
storia evolutiva degli gnatostomi.
La risposta è complessissima, perché tra
gli gnatostomi attuali e i loro parenti viventi più prossimi, i ciclostomi, c'è
tutta una serie di forme, come abbiamo visto qui, di cui ancora non conosciamo
a pieno posizione filogenetica, ecologia, morfologia, etc.
Dunque, dire qual è la condizione
primitiva del primo gnatostomo rispetto ai ciclostomi, ossia nel punto di
divergenza, è pressoché impossibile. Ma ci proveremo, analizzando il record
fossile.
Per prima cosa però, proviamo ad
analizzare i vertebrati attuali e vediamo cosa distingue gli gnatostomi di oggi
(condritti e osteitti, compresi di tetrapodi) dai ciclostomi.
La prima evidente caratteristica è la
presenza, negli gnatostomi, di un apparato buccale formato da mascelle e
mandibole, che funzionano come una forbice sul piano verticale. I ciclostomi
possiedono una bocca circolare senza alcuna divisione tra mascelle e mandibole.
Dunque, tutti gli gnatostomi attuali possiedono una bocca. Essa può essere
ridotta, modificata, ma mai assente. Possono essere assenti invece i denti, la
cui conformazione è spesso diversissima a secondo del ruolo dell'animale
all'interno della catena alimentare.
Differenze nella bocca e nel naso tra ciclostomi e gnatostomi. en=narici esterne. mo= bocca uj=mascelle superiori lj=mandibola |
Bisogna fare attenzione quando si parla
dell'organo olfattivo dei vertebrati perché questa struttura, semplice
all'apparenza, è invece più complessa del previsto.
Una distinzione fondamentale è quella tra
narici, cavità nasali e sacche nasali.
Le narici esterne, "i buchi del naso" sono collegati tramite un canale ciascuno (cavità nasale) alle sacche nasali, uno per parte. Queste sacche contengono particolari cellule in grado di ricevere segnali chimici e quindi mandare segnali al cervello riguardanti gli odori.
Le narici esterne, "i buchi del naso" sono collegati tramite un canale ciascuno (cavità nasale) alle sacche nasali, uno per parte. Queste sacche contengono particolari cellule in grado di ricevere segnali chimici e quindi mandare segnali al cervello riguardanti gli odori.
La differenza sostanziale tra ciclostomi e
gnatostomi sta nel rapporto tra narici e sacche nasali.
Le missine possiedono una sola narice mediana collegata ad una singola sacca nasale.
Le missine possiedono una sola narice mediana collegata ad una singola sacca nasale.
Le lamprede e gli gnatostomi posseggono
invece sacche nasali pari, ma mentre nelle lamprede esse confluiscono nella
stessa apertura (ossia, le lamprede hanno una sola narice esterna), negli gnatostomi
ogni sacca nasale possiede un'apertura indipendente.
Ciò avviene, per esempio, negli squali e
nei tetrapodi. Un caso estremo è quello degli osteitti, in cui ogni sacca
nasale è collegata a due diverse uscite, una narice anteriore e una posteriore,
rispettivamente per far entrare e far uscire l'acqua.
Muscoli estrinsici dell'occhio |
Gli occhi di ciclostomi e gnatostomi non
sono molto diversi dal punto di vista morfologico. Entrambi infatti posseggono
lente, retina, cristallino e una muscolatura estrinseca (intorno all'occhio)
per far muovere e ruotare gli occhi (non presente nelle missine). La differenza
più importante è che gli gnatostomi posseggono anche ulteriori muscoli
all'interno della pupilla, la così detta muscolatura intrinseca dell'occhio,
finalizzati al movimento della lente. Inoltre, uno dei muscoli estrinseci
deputato alla rotazione dell'occhio, il muscolo obliquo superiore, è attaccato
nella parte posteriore dell'orbita nei ciclostomi, mentre anteriormente negli gnatostomi.
Muscoli intrinsici dell'occhio |
L'orecchio di ciclostomi e gnatostomi è
composto da una capsula otica, ossificata negli osteitti, che al suo interno
presenta una serie di canalicoli riempiti di un fluido, detti canali semicircolari.
Questi canalicoli terminano con un rigonfiamento, detto ampulla, e fanno
parte del labirinto, una struttura che presenta solitamente una parte centrale,
l'utriculus, da cui un diverticolo si allunga a formare il sacculus. Il fluido
all'interno, detto endolinfa, passando per il labirinto consente al cervello,
con cui è collegato, di riconoscere i movimenti della testa, soprattutto quelli
che riguardano i cambi di direzione o di velocità. Ampullae, utriculus e
sacculus possiedono delle particolare zone in cui sono presenti delle cellule
deputate a ricevere informazioni riguardo la posizione della testa nello
spazio.
Il labirinto è una struttura che varia
molto da animale ad animale, soprattutto nella disposizione dei canali, essendo
collegata a come l'animale utilizza il movimento e lo spazio intorno a se.
Esiste tuttavia una differenza sostanziale tra ciclostomi e gnatostomi: le
missine posseggono un solo canale circolare, le lamprede ne hanno due, mentre tutti
gli gnatostomi hanno un terzo canale, solitamente orizzontale. Il possesso di
tre canali semicircolari nel labirinto è una caratteristica che unisce tutti
gli gnatostomi.
Struttura del labirinto di un condritto |
Per quanto riguarda l’anatomia post
craniale, una differenza facilmente riscontrabile riguarda lo scheletro
appendicolare. I ciclostomi non possiedono pinne pari, né pettorali né pelviche,
che sono dunque una caratteristica unica degli gnatostomi (ricordatevi che
stiamo analizzando gli animali attuali. Pinne pari sono presenti in agnati
fossili).
Inoltre, gli gnatostomi possiedono una
pinna anale, mentre i ciclostomi no, anche se alcuni fossili e sorprendenti
risultati di esperimenti in laboratorio, di cui ho parlato qui, sembrano far
ipotizzare che l’assenza di pinna anale nei ciclostomi sia una perdita
secondaria.
Sicuramente assente è invece la pinna
dorsale. Bisogna però fare attenzione: nonostante oggi i tetrapodi non hanno
pinna dorsale, ovviamente, e molti pesci ossei ne possiedono solo una, la
condizione primitiva per gli gnatostomi è il possesso di due pinne dorsali,
come negli squali e in latimeria (e negli actinopterigi primitivi).
Parlando della pinna caudale, condizione
primitiva per gli gnatostomi è il possesso di una pinna caudale epicerca, con
il lobo superiore più grande, che segue il percorso della notocorda.
La morfologia della coda è stata poi
notevolmente modificata nel corso dell’evoluzione.
Queste sono le caratteristiche anatomiche
principali che distinguono ciclostomi e gnatostomi.
Ce ne sono molte altre, di natura fisiologica (come la morfologia e la composizione delle fibre nervose, del cervello, delle cellule germinali, etc.) ma a noi interessano qui caratteri che possono esserci utili per ricostruire la storia evolutiva degli gnatostomi, per capire, appunto, perché essi hanno tutte queste differenze anatomiche con i ciclostomi.
Ce ne sono molte altre, di natura fisiologica (come la morfologia e la composizione delle fibre nervose, del cervello, delle cellule germinali, etc.) ma a noi interessano qui caratteri che possono esserci utili per ricostruire la storia evolutiva degli gnatostomi, per capire, appunto, perché essi hanno tutte queste differenze anatomiche con i ciclostomi.
E questo può essere fatto solo con i
fossili.
Ma prima di addentrarci nel vasto mondo
degli gnatostomi fossili, dobbiamo prima osservare più da vicino alcune
caratteristiche che ci consentiranno di affrontare con più consapevolezza
questo viaggio.
Nel prossimo post parleremo dello
scheletro dei vertebrati, delle differenze tra quello dei ciclostomi e degli
gnatostomi, soffermandoci in particolare su come e da cosa è composto il tessuto osseo.
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