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Chi siamo, da dove veniamo: la lunga storia dei tetrapodi (Prologo)

Polonia, 395 milioni di anni fa, Devoniano medio (Eifeliano)

Il sole sta per tramontare dietro l'orizzonte, la marea si sta alzando, dopo aver mostrato per qualche ora la nuda sabbia oltre il limite dell'acqua.
Piccole onde salate si infrangono sul litorale.
Poco più avanti, un tappeto di muschi, alghe, sovrastate dalle prima piante che, forti delle loro radici, si godono gli ultimi raggi della stella, filtrandoli dalle loro piccole foglie verdi.
Ad un tratto, un piccolo crostaceo emerge dall'acqua zampettando verso la ricca zona verde, in cerca di qualche resto vegetale marcescente.
Cammina sicuro e veloce, non sembrano esserci pericolo intorno.
Il crepitio di altre zampe che si muovono non lo preoccupa più di tanto.
Cammina, la sabbia ancora umida è una superficie su cui muoversi saldamente.
All'improvviso, ecco che appaiono delle irregolarità sulla piatta battigia, una depressione, profonda qualche centimetro e lunga più di venti centimetri.
Il crostaceo la attraversa, un pò esitante.
E' finita: dopo la salita, ancora sabbia umida, forte e piatta. 
Poi però un'altra depressione, e poi un'altra ancora.
Le depressioni sembrano susseguirsi con un ritmo regolare.
Hanno una forma strana: un grosso tondo al centro e cinque piccole fossette allungate nella parta anteriore.
Sembrano impronte, impronte a cinque dita...
Ancora una salita, dopo la traversata nell'ennesimo fosso e il piccolo crostaceo si ferma; assaggia l'aria, lo sguardo attento.
La strada per  arrivare al paradiso verde è ancora lunga.
Si affrettà, chissà se arriverà sano e salvo...

1 commento:

Robo ha detto...

Veniamo da lontano e siamo partiti zampettando faticosamente (talora pare ancora che zampettiamo faticosamente). Ciao Marco.