Ci sono nomi nella scienza, così
come nel linguaggio comune, la cui celebrità è inversamente proporzionale alla
loro vera importanza, o, peggio, al loro essere fuorvianti e creatori di falsi
miti.
Tra questi vi è senza dubbio il
termine agnati.
Fondamentalmente agnati significa
senza mascella, e fin qui nessun problema, visto che effettivamente troviamo vertebrati
senza mascelle sia oggi (i cyclostomi) che nel passato (ne abbiamo visti
parecchi esempi).
Nella visione popolare però il termine agnato è sempre
reminiscenza di un qualcosa di primitivo, di sperimentale, un tentativo (finito
male) della natura.
Insomma, gli agnati non sono proprio considerati come le
più meritevoli e ben riuscite creature nel panorama dell’evoluzione dei
vertebrati fossili.
Tutto questo però è un mito che
deve cadere.
Nei post precedenti abbiamo visto
come non esista un vero e proprio gruppo degli agnati.
A parte il non avere le
mascelle, i vari gruppi presentano tutti morfologie molto diverse tra loro, a
anche volte estreme e aberranti.
Questo perché in realtà Agnatha non costituisce
un gruppo monofiletico, ma bensì i vari gruppi che per convenzione ricadono al suo
interno rappresentano invece forme
diverse di vertebrati basali, posti dopo la divergenza tra gnathostomi e cyclostomi.
Dagli anaspidi agli heterostraci, dai telodonti ai galeaspidi, tutte queste
forme sono più vicine ai pesci con le mascelle vere e proprie che non ai pesci
senza mascelle attuali, in un percorso evolutivo in cui piano piano si assiste
alla comparsa dei più importanti caratteri che poi formeranno il corpo dei veri
gnathostomi, come narici pari, pinne pettorali, scheletro interno, etc..
Se
vogliamo parlare correttamente dunque, dobbiamo riferirci a questi animali come
stem gnathostomi.
Il gap morfologico che separa gli
attuali cyclostomi dai vertebrati con mascelle è oggi parzialmente ridotto
proprio grazie alla scoperta dei numerosi fossili di pesci senza mascelle
paleozoici, che hanno aiutato i paleontologi a comprendere alcuni dei più
importanti passaggi nell’acquisizione dello schema corporeo dei vertebrati con
mascelle attuali.
Questo è il penultimo post della
serie sui pesci senza mascelle fossili. Spero di avervi presentato in maniera
chiara il misterioso mondo di questi bizzarri animali, e di averveli fatte
apprezzare un po’ di più.
Oggi andremo a conoscere
Osteostraci, il gruppo di agnati che attualmente viene considerato dalla
maggior parte dei paleontologi (Janvier, 1996; Donoghue et al., 200) come
quello più vicino al punto di origine dei pesci con mascelle vere (dopo vi dirò
il perché).
Osteostraci (scudo osseo) è un
gruppo molto diversificato di agnati corazzati endemici dell’antico continente
Euramerica (oggi Nord America, Svalbard, Siberia e la parte nordorientale dell’Europa).
I loro fossili si ritrovano a partire da strati del Siluriano medio, fino alla prima
parte del Devoniano superiore.
Ad un primo sguardo gli osteostraci
non sembrano tanto diversi dagli altri agnati che abbiamo visto finora: essi
possiedono un robusto scudo cefalico, di forma generalmente subcircolare
(simile ad uno elmetto medievale), con due orbite ravvicinate nella parte
centrale, una piccola apertura pineale in mezzo agli occhi e una sola apertura
nasale, sempre collocata vicino agli occhi. Alcune forme possiedono proiezioni
laterali, dette cornua, altri possiedono invece un lungo rostro dorsale, altri
ancora entrambe le cose. La forma dello scudo cefalico negli osteostraci può
essere molto varia, così come abbiamo visto anche per gli altri agnati. Un
recente studio (Keating et al., 2012) ha evidenziato come il dermascheletro di
questi animali si sviluppasse secondo diversi stadi stati di crescita e non
solo da adulti, come ritenuto in precedenza (Denisov, 1952; Janvier 1966). Ciò
ha aggiunto nuove evidenze sulla complessità anatomica di questi animali e sul
loro legame con i primi veri gnathostomi.
La bocca si trova nella parte
ventrale ed è costituita da una piccola
apertura. Si suppone che anche gli osteostraci fossero bentonici e che
esplorassero il fondo alla ricerca di piccoli organismi da predare. Sempre nel
lato ventrale sono posizionate le apertura branchiali, in numero circa di dieci
per parte.
Disegni dell'anatomia esterna e interna rispettivamente di Cephalaspis (a) e di Kiaeraspis (b). Da von Zittel 1932 |
Il resto del corpo è protetto da
piccoli elementi ossei di forma molto variabile, generalmente allungata dorso-ventralmente
nella parte centrale del corpo e poi via via più piccola e regolare verso la
coda. Quest’ultima è epicerca, con un lobo dorsale molto sviluppato, capace di
generare una forza propulsiva verso l’alto e sollevare in questo corpo il corpo
dell’animale durante il nuoto.
A differenza di molti degli agnati
che abbiamo incontrato finora, si pensa che osteostraci fossero nuotato abili.
Questo grazie alla prima delle loro caratteristiche che li accomunano con gli
gnathostomi più derivati e li separano dagli altri stem gnathostomi più
primitivi. Essi possiedono delle pinne pettorali ben sviluppate, attaccate al
resto del corpo grazie alla presenza di un primo esempio di cinto pettorale
(possiedono una sorta di scapolacoracoide) e di un’articolazione cartilaginea
alla base della pinna. Queste pinne pettorali sono presenti generalmente in
quasi tutti i taxa, sebbene alcuni, come Tremataspis,
manchino di queste appendici per perdita secondaria. Essi presentano inoltre
uno o due pinne dorsali mediane, atte al mantenimento della stabilità (evitano
che il corpo ruoti su se stesso durante il nuoto) durante il movimento.
Un'altra peculiarità degli osteostraci risiede nel
sistema di canali di pori che si trova sulla superficie dello scudo cefalico.
E’ possibile che questi pori fossero utilizzati per secernere una sostanza
mucosa atta a migliorare l’attrito con il mezzo acquatico e a facilitare il
nuoto.
Inoltre, sui lati dello scudo cefalico e vicino agli
occhi sono presenti tutta una serie di piccole piastre che secondo alcuni
autori servivano per registrare le vibrazioni dell’acqua e consentire quindi
una maggior abilità sensoriale, oppure per captare variazioni del campo
elettrico (un po’ come fanno gli squali) e aumentare la capacità di cogliere
eventuali situazioni di pericolo.
Non può non starvi simpatico il sorridente Diademaspis janvieri, un osteostraco del Devoniano inferiore inglese. Da Keating et al., 2012 |
L’anatomia interna di questi animali è molto ben
conosciuta, grazie al ritrovamento di straordinari fossili tridimensionali. Lo
studio di questi reperti ha permesso di ricostruire la struttura del cervello,
dei nervi, di alcuni vasi sanguigni e di
altri parti molli difficilmente conosciute molti altri taxa fossili.
Ciò ha permesso di verificare come gli osteostraci posseggano
alcune caratteristiche in comune con i vertebrati con mascelle: entrambi
possiedono pinne pettorali con un uno scapolacoracoide osseo e una pinna
cartilaginea, dotti endolinfatici aperti sull’esterno, anelli sclerotici
ossificati (presenti però anche in Sacabambaspis),
apertura branchiali protette da una sorta di opercolo, un esoscheletro formato
da tre strati, ossa formati da tessuto cellulare e pericondrale, presenza di
dentina (presente però anche in Pteraspidomoprhi) e di pinne dorsali.
Alla luce di questi dati, è possibile sostenere che
Osteostraci rappresenti il sister – group dell’insieme che contiene i
vertebrati con mascelle. Tornando a parlare come non si dovrebbe, potremmo dire
che gli osteostraci sono rappresentano il punto più alto della storia degli
agnati.
Facciamo cadere il mito: non tutti gli agnati sono
uguali e molti di essi sono molto meno arcaici e obsoleti di quanto vogliamo
far credere.
Recentemente, due studi di Robert Sansom hanno fornito
nuove indicazioni sulla filogenesi e sulla biogeografia di questo gruppo.
La filogenesi di Osteostraci è sempre stata un
qualcosa di problematico, anche a causa dei molti reperti che sono stati
descritti parecchi anni fa e quindi che andrebbero rivisti alla luce delle conoscenze
odierne.
Un caso emblematico è quello del ben noto Cephalaspis, genere che al suo interno racchiude un grande
quantitativo di specie, molte delle quali potrebbero invece essere generi a se
stanti.
Lo studio di Sansom (2009a) ha fornito una robusta
monofilia di Osteostraci e indicato in Atelaspis,
Hirella e Aceraspis il gruppo più basale. Questo risultato è importante
perché porta a considerare la presenza di pinne pari (condizione base per gli
osteostraci) nell’antenato comune tra osteostraci e pesci con mascelle, e
quindi la comparsa di questa caratteristica prima delle mascelle stesse.
Precedentemente era stato ipotizzato che la forma base
degli osteostraci fosse relazionabile a quella dei tremataspidoidi, i quali non
posseggono pinne pari. La conferma della posizione non basale di Tremataspidoidea
(all’interno di Osteostraci) portata da Sansom (2009a) ha permesso di
ipotizzare come l’assenza di pinne pettorali in questo gruppo è correlata ad
unico e breve episodio di perdita
secondaria di appendici pari nella storia dei vertebrati.
Secondo l’analisi di Sansom, Osteostraci può essere suddiviso
in tre diversi gtrandi gruppi, Zenaspida, Benneviaspida e Thyestiida, ognuno
dei quali presenta al suo interno altri sotto gruppo, diversi per morfologia e
spesso anche per distribuzione geografica.
Bellissima immagine che mostra la diversità e la filogenesi all'interno di Osteostraci. Da Sansom 2009a |
Per quanto riguarda la paleobiogeografia, così come
per molti altri agnati (qui un esempio), anche gli osteostraci si dimostrano
molto endemici e legati a particolari condizioni geografiche (Sansom, 2009b).
La loro storia ricorda un po’ quella degli heterostraci (anche se questi ultimi
furono un po’ più diffusi a livello globale e meno endemici), con un area
ancestrale molto ampia in Euramerica, un’espansione geografica nel Devoniano
inferiore con la formazione di nuove forme endemiche e di altri invece più
cosmopolite, e un netto declino averso il Devoniano medio, con un unico piccolo
gruppo sopravvissuto e poi radiato fino al Devoniano superiore
Al grande legame tra ambiente e distribuzione
negli agnati sarà dedicato l’ultimo post della nostra serie su questi animali,
e come vedremo sarà un fattore decisivo per la “vittoria” dei vertebrati con le
mascelle a discapito degli agnati.
P.S. Ringrazio Joe Keating per avermi fornito una
copia del suo articolo.
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Bibliografia:
Denison
R. H. 1952.
Early
Devonian Fishes from Utah. Part 1 .Osteostraci. Fieldiana: Geology 11: 265 - 287
Donoghue
P. C. J., Forey P. L. and AldridgeR. J. 2000
Conodont affinity and chordate
phylogeny. Biological Reviews 75:191
Janvier,
P. 1996.
Early V ertebrates. Oxford University Press, Oxford, 408 pp
Keating J. N., Sansom R. S. & Purnell. M. A. 2012
A new osteostracan
fauna from the Devonian of the Welsh Borderlands and observations on the
taxonomy and growth of Osteostraci. Journal of Vertebrate Paleontology 32:5
1002 - 1017
Sansom
R. S. 2009a
Phylogeny, classification and character polarity of the Osteostraci
(Vertebrata). Journal of Systematic Palaeontology 7, 95–115
Sansom,
R. S. 2009b
Endemicity and palaeobiogeography of the Osteostraci and Galeaspida:
a test of scenarios of gnathostome evolution. Palaeontology 52:1257 - 1273.
von Zittel, K.A. 1932
Text book of Palaeontology, Vol. I Vertebrates, Fishes to Birds, Macmillan, London.
4 commenti:
ciao, sono capitato per caso sul tuo blog e volevo farti i complimenti.. ben tenuto e scientificamente impeccabile.
noto con piacere poi che ci siamo laureati nella stessa cosa. a suo tempo avevo lavorato al museo di storia naturale a milano come preparatore di fossili (saurichthys e birgeria) anche se ora mi occupo di pesci vivi..
a presto e buon lavoro!
matteo
Ciao Marco ho letto tutti i post che hai pubblicato e sono in parità temporale con te, ora. Mi resta qualche dubbio su alcuni post pregressi. In questo ad esempio poni HAicouichthys tra i muniti di mascelle, è un refuso o un caso di convergenza evolutiva su strutture analoghe? O non ho capito, ancora una volta, nulla dei cladogrammi? Ciao e grazie
No, è un errore (come ho fatto a non accorgermi), invece di farlo in viola l'ho fatto in azzurro..mha. Hai fatto bene a segnalarlo, grazie :-) Sostituisco subito
Hi thanks forr sharing this
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