Il domandone era: "se ti dico
Paleozoico cosa ti viene in mente per prima cosa?"
Immaginavo già le risposte e il
sondaggio ha confermato le mie sensazioni: al primo posto si è
classificata la risposta "L'esplosione cambriana", seguita
da "I placodermi del Devoniano".
Ebbene si, quando si parla di
Paleozoico i due temi principali sono i (mitici) pesci corazzati del
Devoniano (per intenderci, Dunkleosteus) e la ancor più famosa
"Esplosione Cambriana", il grande evento adattativo,
avvenuto durante le prime fasi del Cambriano, che ha portato
all'origine di numerosi gruppo di animali.
Ovviamente però, non ero soddisfatto.
Mi aspettavo questo risultati, ma sono
rimasto piuttosto deluso che nessuno abbia fatto cenno a quello che
secondo me è stato più grande evento biologico del Paleozoico,
nonchè uno dei punti chiave della storia della vita sulla Terra: il
Grande Evento Ordoviciano di Biodiversificazione, per gli amici GOBE
(Great Ordovician Biodiversification Event).
L'Ordoviciano (superato in una gara a
chi è meno famoso solo dal Siluriano) è stato un periodo realmente
importante per la storia della vita.
Abbiamo già visto qui come
la vera radiazione dei vertebrati, con l'origine di numero gruppi di
"agnathi" e dei primi pesci con le mascelle, sia cominciata
proprio in questo periodo. Arandaspidi, astraspidi, thelodonti,
possibili lamprede, squali, e probabilmente altri gruppi di
vertebrati hanno iniziato la loro storia evolutiva proprio
nell'Ordoviciano.
Se in quel post avevo mostrato questo
ampio fenomeno di distribuzione e speciazione dei vertebrati, oggi
cercherò di convincervi che l'Ordoviciano è stato effettivamente un
periodo in cui la vita sulla Terra (e la Terra stessa, ovviamente) ha
subito dei cambiamenti radicali e significativi, i cui effetti hanno
cambiato il cammino della vita per il resto della sua storia.
Come abbiamo già visto in parte nel
post dedicato alla paleobiogeografia dei vertebrati ordoviciani,
questo periodo fu caratterizzato dal massimo tasso di dispersione dei
continenti relativo al Paleozoico.
A partire dal continente di
Rodinia, la grande massa in cui erano riuniti tutti i continenti alla
fine del Precambriano, le masse terrestri avevano cominciato ad
allontanarsi tra di loro, raggiungendo il massimo grado di
dispersione nell'Ordoviciano, per poi muoversi fino al nuovo
riavvicinamento che avrebbe portato alla formazione del
supercontinente di Pangea di fine Paleozoico.
La rottura della Rodiania in vari piccoli continenti portò alla formazione di
numerosi ecosistemi locali e regionali, favorendo la speciazione e la
biodiversità.
Inoltre, sempre nell'Ordoviciano si
verifico uno dei maggiori eventi di trasgressione marina, con
l'aumento del livello del mare e la conseguente inondazione di
notevoli porzioni continentali. Si formarono dunque molti mari
epicontinentali e numerose zone temporanee o isolate, l'ideale per il
fenomeno della speciazione.
E come se non bastasse, la gran parte
delle masse continentali e di questi mari epicontinentali era situata
in prossimità dell'equatore, dove anche oggi ci sono le condizioni
di massima biodiversità.
C'erano tutti i presupposti per una
rapida e florida speciazione, sia a livello di forme nuove che di
radiazione di forme già esistenti.
Ma cosa avvenne di così tanto speciale
in questo GOBE?
Cercherò di esporlo per punti.
- Una "nuova vita"
Quando si parla di origine della vita
complessa, i nostri occhi si rivolgono irrimediabilmente al
Cambriano. A questo periodo si attesta l'origine di numerosi gruppi
di animali, molti dei quali ancora presenti negli ecosistemi attuali.
Abbiamo visto un piccolo esempio di questi episodi di "Origine
cambriana della vita complessa" quando abbiamo parlato del sito
cinese di Chengjiang, testimone dei più antichi chordati (e
vertebrati?) fossili.
Tuttavia, viene poco spesso
sottolineato come è vero che fondamentalmente tutti i vari gruppi di
animali viventi e il loro piano corporeo si è originato nel
Cambriano (e già prima nel Precambriano superiore), ma è anche vero
che solo a partire dall'Ordoviciano essi si sono realmente radiati,
con un aumento del numero di specie e di genere più che triplicato
rispetto a quello del Cambriano e una distribuzione più globale.
Non solo aumentò il numero di specie,
ma avvenne una vera e propria rivoluzione a livello di forme
dominanti, con il declino di molti taxa che avevano invece domani il
Cambirano (lo vedremo negli altri punti). Insomma, durante il GOBE la
vita aumentò ad un ritmo raramente eguagliato nei periodi
successivi, creando nuove catene trofiche, nuovi equilibri ecologici.
- La rivoluzione planctonica
Si sa, la vita nel mare dipende in gran
parte dall'enorme quantità di plancton a disposizione degli animali.
Pesci, mammiferi marini, invertebrati: la base della catena trofica
marina oggi non può prescindere dal plancton e probabilmente la sua
assenza comporterebbe il crollo delle reti trofiche e degli
ecosistemi.
La maggior parte del plancton attuale è
costituita da fitoplancton, formato in larga parte da diatomee,
dinoflagellati e coccolitofori, gruppi apparsi all'inicirca
all'inizio del Mesozoico.
Prima, il fitoplancton era costituito
principalmente dagli acritarchi, un misterioso gruppo (forse non un
vero e proprio gruppo monofiletico) comparso praticamente agli inizi
della storia della vita.
Ebbene, dati e curve recentemente
pubblicati (ad esempio Servais et al., 2008) hanno
evidenziato come il massimo periodo di espansione degli acritarchi si
verificò durante l'Ordoviciano medio, dove il gruppo arrivò a
contenere quasi 500 specie.
Una tale esplosione di fitoplancton fu
sicuramente importante per la creazione di nuove catene trofiche,
modificando radicalmente la vita nei mari.
Oltre a questo, numerosi gruppi di
zooplancton, anch'esso fondamentale per il mantimento delle reti
alimentari marine, comparvero proprio durante l'Ordoviciano, mentre
erano rari o assenti nel Cambriano. Graptoliti, chitinozoi,
radiolari, artropodi fillocaridi, ebbero un notevole sviluppo in
questo periodo (Chen et al., 2006; Achab and Paris, 2007; Webby et al., 2004; Whittle et al., 2007), arrivando ad essere una
componente fondamentale dei mari dell'epoca.
Insomma, fu una vera e propria
"rivoluzione della catena trofica ocenica" (Servais et al.,
2008).
Questo cambiamento nella composizione
degli organismi nelle acque marine segnò l'avvento di nuove e
complesse catene alimentari, che probabilmente ebbero una grande
influenza sull'evoluzione della vita e la sua complessità.
Meraviglie del micromondo planctonico: un radiolario, un graptolite e un fillocaride
- La conquista dei mari
Nonostante vi fossero già praticamente
tutti i phyla di animali, nel Cambriano la maggior parte della vita
marina era confina al fondale, soprattutto nelle zone di acqua bassa,
vicino alla riva.
Praticamente tutti gli animali erano
bentonici, ossia viveno sul fondo ed erano legati ad esso.
Con l'esplosione del plancton,
galleggiante e presente nella colonna d'acqua, comparvero anche
numerosi organismi pelagici, natanti e indipendenti dal fondo (per
intenderci, gli animali che nuotano nella colonna d'acqua).
Trilobiti (taxa pelagici sono
conosciuti a partire dall'Ordoviciano medio), artropodi (come lo scorpione di mare qui di fianco), molluschi e
anche i primi vertebrati iniziarono a "esplorare" i mari e
lasciare la zona del fondale per estendere la loro zona di attività
anche nella colonna d'acqua, forse anche grazie a quest'abbondante
presenza di cibo fluttuante.
L'Ordoviciano può essere considerato a
tutti gli effetti il periodo in cui iniziare a stabilirasi i primi
ecosistemi pelagici complessi (Servais et al., 2010).
- Il boom dei sospensivori
Tra gli animali che attualmente si
nutrono maggiormente di plancton dobbiamo annoverare quelli che
vengono detti sospensivori. Gli organismi sospensivori si nutrono
delle microparticelle che fluttuano nell'acqua, compreso il plancton.
Alcuni lo fanno attivamente, altri in modo passivo utilizzando la
corrente preesistente, alcuni catturano le singole particelle, altri
l'intero volume d'acqua. Insomma, i sospensivori (filtratori o
sospensivori s.s.) sono una componente fondamentale dei mari attuali.
Durante l'Ordoviciano si verificò una
vera e propria corsa alla filtrazione, probabilmente legata
all'aumento di plancton e quindi alla possibilità di cibo.
Spugne, coralli, briozoi, echinodermi,
crinoidi, brachiopodi, in questo perido un gran numero di animali si
specializzò nell'arte del filtrare, formando distese di benthos
proteso a caccia di particelle.
Questo boom di sospensivori provocò
inoltra una marcata attività di bioturbazione dei fondali oceanici,
che durante l'Ordoviciano vengono drammaticamente alterati e
bioturbati, promuovendo anche rilascio di sostane nutritive dal fondo
e alimentando nuove e complesse catene trofiche.
Affascinante macchina filtratrice: un crinoide attuale. I crinoidi ebbero un notevole sviluppo nell'Ordoviciano dove erano molto comuni |
- La nascita delle barriere coralline
Particolare di una battiera corallina: grazie GOBE! |
Infine, in questo periodo si verificò
un cambiamento radicale nella composizione delle scogliere nei suoi
abitanti, con il passaggio dalle scogliere microbiche alle scogliere
coralline.
Per molti milioni di anni, fin dal
Precambriano, le scogliere erano state dominate da batteri,
stromatroliti e altri biocostruttori microbici. A partire
dall'Ordoviciano medio, grazie anche all'innalzamento dei mari che
portò diverse porzione di terraferma a essere inondate e a
costituire mari bassi epicontinentale, ideali per i coralli,
cominciarono a diffondersi maggiormente altri tipi di biocostruttori.
Spugne, briozoi, coralli del gruppo dei tabulata, bivalvi eostracodi
si diffusero e sostituirono la fauna microbica, andando a formare
quella tipica fauna da barriera corallina che anche oggi molti amano
osservare nelle zone tropicali del nostro mondo (ovviamente, alcuni
gruppi di quelle barriere coralline oggi non ci sono più, ma
sostanzialmente molti sono rimasti gli stessi).
A questo punto spero di avervi convinto
come il GOBE rappresenti uno dei punti chiave nell'evoluzione della
vita sull Terra.
Le sue cause siano ancora abbastanza
oscure (sembra che ci siano stati più fattori, che la cui unione
avrebbe favorito numeroevoli episodi locali e spesso non collegati di
speciazione) e probabilmente non fu un evento globale ma un insieme
di più eventi distribuiti a livello regionale e locale, anche dovuto
al fatto che gli aspetti geologici che abbiamo visto all'inizio
portarono alla formazione di microambienti molto specifici e a
particolari fenomeni di endemismo.
Ma alla fine, è innegabile come il
esso rappresenti l'evento di massima intensità di speciazione del
Paleozoico, il momento di maggior cambiamento a livello di
composizione biologica degli ecosisgtemi marini e delle catene
trofiche oceaniche.
Da quel momento nulla fu più come
prima e se la vita è come la conosciamo oggi è anche per grande
merito del GOBE.
Quindi,la prossima volta che vi
capiterà di dover rispondere alla mia domanda sul Paleozoico, vi
prego, rendetemi un uomo felice rispondendo con quattro semplici
lettere: G.O.B.E.
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Bibliografia:
- Achab, A., Paris, F. 2007
The
Ordovician chitinozoan biodiversification and its leadingfactors.
Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 245: 5 –19.
- Chen, X., Zhang, Y.D., Fan, J.-X. 2006
Ordovician graptolite evolutiona ry radiation: a review. Geological Journal 41: 289
–301.
- Noble, P.J., Danelian, T. 2004
Radiolarians. In: Webby, B.D. , Droser, M.L., Paris, F., Percival, I.G. (Eds.), The Great
Ordovician Biodiversi fication Event. Columbi a University Press, New York
- Servais T., Owen A.W., Harper D.A.T., Kroger B. and Munnacke A. 2010
The Great
Ordovician Biodiversification Event: A palaeoecological dimension. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecolog y 294: 99–119
- ServaisT., LehnertO., Li J., Mullins G.L., Munnecke A., Nützel A. e Vecoli M. 2008
The Ordovician Biodiversification:
revolution in the oceanic trophic chain. Lethaia 41: 99–109.
- Webby B. D., Droser M.L. , Paris F. and Percival I .G. 2004
The Great Ordovician Biodiversification Event. Columbia
University Press, New York.
- Whittle R.J., G abbott S.E.,
Aldridge R.J. and Theron J.N. 2007
Taphonomy and palaeocology of a Late Ordovician
caryocaridid (Crustacea, Phyllocarida) from the
Soom Shale Lagerstätte, South
Africa. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 251: 383 – 397.
3 commenti:
Bel Post! Devo dire che effettivamente non sapevo nulla di cosa fosse successo dell'Ordoviciano. E' un periodo di cui non si parla praticamente mai. Mi fa molto piacere leggere cose su argomenti così poco conosciuti. Continua così!
Matteo
Ciao!
Innanzi tutto complimenti per il post, ho imparato tante cose che non mi immaginavo neanche. Mi piace fare immersione e faccio sub da parecchi anni, ma non mi ero mai chiesto da dove provenissero tutte le bellezze che ammiro ad ogni uscita. Mi hai aperto un mondo, grazie mille!
N.R.
Grazie a voi che mi seguite e per le belle parole :-)
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