Nel post precedente vi avevo accompagnato in un viaggio.
Eravamo immersi in una splendida foresta tropicale, con strani alberi, tanta umidità e un caldo soffocante.
Avevamo viaggiato in una tipica foresta del Carbonifero. Non una foresta qualunque, una foresta realmente esistita, in Italia, circa 310 milioni di anni, e ben documentata dai fossili.
Riprendendo dunque la mia serie sulla storia d'Italia raccontata dai fossili, parlerò di un importante sito, recentemente ridescritto (Josef Pšenicka et al., 2013), risalente al Carbonifero e localizzato nel Nord Italia, più precisamente in Val Sanagra.
La Val Sanagra è un una valle di origine glaciale, formatasi durante la glaciazione pleistocenica, che si trova in Lombardia, in provincia di Como, tra il lago di Lugano e il lago di Como, ad est di quest'ultimo.
La zona è molto ricca di fossili, non solo per quanto riguarda il Carbonifero ma anche per altri periodi, soprattutto il Triassico (magari ne parlerò in futuro).
Nel Carbonifero, questa zona faceva parte di una grande pianura alluvionale, probabilmente periodicamente sommersa e con una serie di canali collegati ad un lago, abitata da un vasto numero di piante e probabilmente, anche se non sono stati ritrovati fossili, di animali.
I primi fossili della Val Sanagra sono stati descritti nel 1946 da Magnani, ma essi consistevano solamente in alcune impronte di Calamites, Sigillaria e Lepidodendron.
Un anno dopo, Venzo e Maglia (1947) pubblicano invece la prima ampia descrizione della flora della Val Sanagra, descrivendo oltre 2000 fossili classificati in 22 generi e 75 specie.
Nonostante siano passati anni, la flora della Val Sangra, per la sua grande varietà di specie, ricopre ancora un ruolo importante nella nostra conoscienza dell'ecologia del Carbonifero in Europa, tanto da essere rivista e ridescritta in un recente studio (Josef Pšenicka et al., 2011), apparso sulla rivista Review of Palaeobotany and Palynology.
In questo studio, essi hanno ridescritto vari esemplari, revisionato le specie (riducendole a "solo" 43 specie), revisionato la datazione e identificato alcuni importanti dati sull'ambiente e la distribuzione delle specie in quest'area.
In questo studio, essi hanno ridescritto vari esemplari, revisionato le specie (riducendole a "solo" 43 specie), revisionato la datazione e identificato alcuni importanti dati sull'ambiente e la distribuzione delle specie in quest'area.
Piccolo commento personale: mi piace che Psenicka et al. si siano lamentati di come questo sito sia stato lasciato nell'ombra per molti anni, nonostante la sua importanza dal punto di vista scientifico.
Il primo dato importante sulla flora della Val Sanagra è la sua età: la recente revisione di Psenicka et al. (2013) ha permesso di datare questa flora a circa 310 milioni di anni fa (Moscoviano), rendendo questo sito uno dei più antichi per quanto riguarda la nostra conoscienza sulle flora del Carbonifero nelle alpi meridionali.
Una flora che si dimostra ricca e diversificata.
I fossili sono conservati all'interno di argilliti di colore grigio scuro, e possiedono un colore nerastro - marrone scuro, dato dall'accumulo della materia organica. Spesso, i resti di pianta consistono in una parte e in una controparte, come tipico dei resti vegetali.
I resti consistono in fogli, parti di corteccia, parti di tronchi, radici, spore e semi.
Molte delle specie presenti sono quelle che abbiamo incontrato nel nostro viaggio (qui), che era proprio ispirato ai veri fossili del Carbonifero della Val Sanagra.
Una cospicua parte della flora è costituita dai licopodi, piante perenni o semi perenni, oggi a portamento strisciante ma in questo periodo invece a portamento arboreo. Molto comuni in questo sito sono Sigillaria, Lepidodentron, Asolanum, Knorria e Lepidophlois. Non sono presenti, al contrario di oggi, licopodi non arborei.
Tronco di Sigillaria |
Numerosi anche i resti di equiseti: oggi queste piante, tutt'ora abbastanza comuni, sono rappresentate solo da specie non arboree, basse, che si trovano in generale in ambienti umidi. La loro caratteristica principale è di essere formati da tante sezioni unite in punti detti nodi (un pò come la canna di bambù). In Val Sanagra, nel Carbonifero, gli equiseti quali Calamites, Annularia, Camalostachys e Asterophyllites costituivano vere e proprie foreste, con fusti oltre i 10 metri di altezza.
Rinvenuti anche resti di pterodifite di vari gruppi, come alcune marattiales (Lobatopteris), oggi presenti solo in ambienti tropicali, e alcune zygopteridales (Corynepteris), completamente esistente dalla fine del Permiano.
Le caratteristiche foglie delle zygopteridales |
Infine, molto importante il ritrovamento di varie specie appartenenti alle pteridospermatofite, dette "felci con semi", piante dalla classificazione ancora incerta, forse appena fuori dal gruppo che unisce le gimnosperme con le angiosperme, ossia le piante da semi attuali. Di questo gruppo è comune in Val Sanagra Linopteris, così come è ben documentta la presenza di Karinopteris e Alephtopteris.
Alepthopteris |
Un dato ecologico è però particolamente interessante: la distribuzione dei fossili rinvenuti in questo sito mostra l'esistenza di un meccasismo di partizione dell'habitat da parte dei vari gruppi di piante.
In alcuni punti l'associazione vegetazione è infatti dominata da felci arboree e equiseti, in altre invece la componente vegetazione principale è formata da licopodi arborei. Erano già presenti dunque ambienti diversi anche dal punto di vista biologico/botanico. La datazione e la geografia del sito della Val Sanagra permette di confrontare i suoi fossili con quelli di altri siti del carbonifero dell'europa centro-meridionale.
In alcuni punti l'associazione vegetazione è infatti dominata da felci arboree e equiseti, in altre invece la componente vegetazione principale è formata da licopodi arborei. Erano già presenti dunque ambienti diversi anche dal punto di vista biologico/botanico. La datazione e la geografia del sito della Val Sanagra permette di confrontare i suoi fossili con quelli di altri siti del carbonifero dell'europa centro-meridionale.
Dunque, grazie a questo sito italiano possiamo avere un'idea della storia ecologico/evolutiva della vita nel nostro paese nel Carbonifero e in generale nella zona alpina, permettendo di ricostruire la distribuzione delle piante e degli ambienti presenti.
Se, come spero, siete rimasti affascinati nello scoprire che anche in Italia, e non solo nei grandi siti americani, sono stati trovati gran quantità di resti delle antiche foresti caldo umide carbonifere, sappiate che potete andare a vedere di persona questi fossili visitando il Museo di Storia Naturale di Milano e/o il Museo Entnografico e Naturalistico della Val Sanagra, con sede a Grandola ed Uniti.
Se siete fortunati, in quest'ultimo troverete a farvi da guida Attilio Selva, mio caro amico e curatore del museo, che più di chiunque altro può raccontarvi delle piante della zona, recenti e passate, come se foste immersi davvero nel bosco.
Se siete fortunati, in quest'ultimo troverete a farvi da guida Attilio Selva, mio caro amico e curatore del museo, che più di chiunque altro può raccontarvi delle piante della zona, recenti e passate, come se foste immersi davvero nel bosco.
E le soprese dal Carbonifero italiano non sono finite: nel prossimo post vedremo un altro importante sito o dove invece sono stati ritrovati anche resti di animali.
Bibliografia:
- J. Pšenička, S. Opluštil, A. Ronchi & Z. Šimůnek, 2011
Revision of the Pennsylvanian flora from Val Sanagra in Western Part of the Southern Alps
Review of Palaeobotany and Palynology, 163(3–4):153–189
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