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Il futuro di Paleostories

Cari lettori,
scusate se sono stato assente in questi ultimi giorni.
E' un periodo importante della mia vita professionale. 
Ho appena ottenuto la laurea magistrale in Paleobiologia, terminando un periodo intenso di lavoro alla tesi e preparazione, che mi ha portato via tempo prezioso per il blog.
Ma è stato tempo utile, senza dubbio.

Non c'è mai tempo, però, per riposare. A gennaio inizierò una nuova vita personale e professionale. Ho ricevuto un offerta per un posto di dottorato all'Imperial College di Londra, in un progetto che riguarda lo studio del cranio dei placodermi e in generale della filogenesi degli stem gnathostomi.
Mi sto dunque preparando intensamente, migrare in un paese sconosciuto non è facile e bisogna prepararsi bene, non solo a livello mentale ma anche per quanto riguarda burocrazia e documenti.
E' un bel momento, di felicità e di trepidazione (non vedo l'ora di iniziare).

Ho però bisogno di prendermi un pò di tempo per sistemare tutte le necessità, e dunque il,blog starò fermo fino a gennaio.
Ma non temete, Paleostories ripartirà con nuova linfa e rinnovato entusiasmo (e forse con un taglio un pò più internazionale).
Nel mentre, ho deciso che almeno un'occhiata al blog la devo dare e quindi mi sono proposto di tornare indietro, rileggermi tutti i post e correggere eventuali errori di battitura, sviste ripetizione. E, ovviamente, per vedere se c'è qualche cosa lasciata in sospeso, un punto di aggangio per eventuali nuovi post.

Ci vediamo dunque a gennaio,  spero avrete la pazienza di aspettare.
A presto


Chi siamo, da dove veniamo (parte 4): ciò che realmente conosciamo dell'origine dei tetrapodi

Terzo post sulle implicazioni fornite dalla scoperta delle orme di Zachelmie.
Per chi si fosse perso i due post precedenti (qui e qui),  riassumo dicendo che sono state trovate, in Polonia, nella cava di Zachelmie, orme di tetrapodi di vario tipo (piste, orme singole) e dimensioni, in strati marini di ben 10 milioni di anni più antiche di qualunque resto scheletrico noto di tetrapodomorfo. Esse indicano come, a differenza di quello che si pensava prima di questa scoperta, vari taxa di tetrapodi erano già presenti nel Devoniano Medio.
Negli scorsi post ho parlato dei risvolti relativi al tempo e all’ambiente in cui si sono originati i tetrapodi.
Oggi invece vi voglio mostrare forse il più importante insegnamento dato da questo ritrovamento.
Alcuni utenti mi hanno scritto in privato dicendomi di essere rimasti un po’ confusi da questa scoperta: “ma quindi i tetrapodi si sono originati in acqua dolce o salata?” Com’è possibile che i resti di tetrapodomorphi siano più recenti dei primi segni di tetrapodi?”
Queste domande sono tutte correlate ad una sola, grande domanda, che è l’argomento del post di oggi: “quanto il record fossile dei primi tetrapodi rispecchia la loro reale evoluzione?”
Il problema è proprio questo.