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Mia cugina è un'ascidia!

Con questo post inizio un lungo (e spero continuativo) cammino che ripercorrerà l’evoluzione dei primi vertebrati, con un occhio di riguardo soprattutto al record fossile. Spero di essere chiaro e comprensibile (la base della divulgazione). Se non dovessi esserlo, sgridatemi.
Partiamo dunque.
I vertebrati sono tutti quegli animali che sono dotati di uno scheletro interno, in molti taxa osseo (come il nostro), in altri composto in larga parte da cartilagine, come negli squali. Attualmente i vertebrati sono tra gli animali più conosciuti, e anche nel mondo paleontologico sono un gruppo che ha riscosso grande successo, così che sono state studiate molte specie e si è potuto ricostruire la storia evolutiva di molti gruppi.
Tuttavia, ciò che sappiamo sulla loro origine è ancora troppo poco per avere un quadro completo.

Prima di prendere in considerazione l’origine dei vertebrati, dobbiamo però fare un discorso preliminare su quelli che oggi sono i più prossimi parenti dei vertebrati. Il gruppo dei vertebrati è incluso in un gruppo più grande, Chordata, attualmente rappresentato dai vertebrati, appunto, e da due bizzarri gruppi di animali, Cephalochordata e Urochordata, di cui fanno parte rispettivamente il famoso anfiosso e le simpatiche ascidie.
La caratteristica principale di Chordata è il possesso di una notocorda, una struttura rigida, formata da un rivestimento esterno di collagene che ricopre una specie di tubetto fibroso di tessuto connettivo, che ha la funzione di rendere rigido, ma allo stesso tempo flessibile, il corpo dell’animale che ne è dotato. Entrambi i tre gruppi di Chordata sono dotati di questa struttura, nonostante non sempre sia così evidente.

Anche le PaleoStorie vanno in vacanza...(coming soon autunnale)

Paleostorie sulla spiaggia!
  Cari eventuali lettori,

devo annunciarvi che domani partirò per le vacanze e quindi molto probabilmente non riuscirò a postare niente fino al mio ritorno (28 agosto). Durante le vacanze però, preparerò alcuni post per Settembre, in modo da ripartire alla grande nel prossimo autunno 2011.

In particolare, posso già anticiparvi che da Settembre comincerò una serie di post sull'origine dei vertebrati e sulla loro storia filogenetica. Spero che, belli riposati, ci sarete anche voi per ripercorrere insieme queste paleostorie.

Ci vediamo dunque a settembre.

Buona Estate e buone Paleovacanze (godetevi la natura, mi raccomando!).

Marco


P.S. Non so per quale arcano motivo, ma il sistema di blogger mantiene l'angolo "Commenti recenti" vuoto, non aggiorna quelli nuovi nè mostra quelli vecchi. Spero che risolveranno il problema al più presto. In ogni caso, non esitate, se volete, a commentare. Credo che avrò comunque i mezzi per rispondervi anche in vacanza.

Piante neglette

Questo post non è una paleo storia, ma semplicemente una riflessione personale. 
Quando frequentavo i corsi di Scienze Naturali mi trovavo a condividere aule e lezioni con una gran quantità di persone appassionate di questo campo. Tuttavia, mi dispiaceva vedere come quasi tutti fossero indirizzati ad un futuro nella biologia marina, nell’etologia o nella salvaguardia della fauna. Non che queste cose fossero malvagie, anzi, ma il problema era un altro. 
Mi chiedevo come mai a nessuno venisse in mente di fare il botanico o la botanica, o di studiare la fitosociologia. Insomma, le piante erano considerate come qualcosa di poco interessante, o al massimo belle ma difficili da studiare e con poco futuro. Devo ammettere che anche io ho sempre avuto una certa indifferenza per il mondo delle piante, tant’è che l’esame di botanica sistematica è stato una barriera relativamente difficile da superare.
Ultimamente però, sto rivedendo le mie prospettive.

Negli ultimi due anni ho avuto la fortuna di partecipare a due scavi paleontologici in Spagna, sempre nella stessa località, in cerca di ossa di dinosauro in livelli del tardo Maastrichtiano (ultimo periodo del Cretaceo). In particolare, io e altri prodi cercatori, sotto la supervisione del mentore Fabio Dalla Vecchia, cercavamo in un sito particolare dove sapevamo esserci delle ossa ma che fino a quel momento non aveva regalato grandi gioie. O meglio, così veniva detto.
In realtà, in due anni di scavo abbiamo trovato un quantitativo di fossili molto buono, da ossa di hadrosauro a denti di theropode, vertebre di coccodrillo e altri resti di vertebrati, come denti e scaglie di pesce.
Ma quello che mi ha colpito di più, è stata la grandissima quantità di resti vegetali ritrovati. Praticamente scavavamo seduti su interi strati di foglie, semi, tronchi fossili.
Bello vero?
Eppure, i resti vegetali venivano considerati spazzatura. Le istruzioni erano di buttare via tutto, perché non c’era posto, perché poco interessante e perché si volevano solo le ossa.
Una storia molto triste.
Perché le piante vengono sempre considerate in secondo piano, sia che si parli degli interessi di studentelli aspiranti naturalisti alle prime armi, sia che si tratti di importanti scavi paleontologici?

Le piante sono molto importanti, costituiscono il polmone verde della Terra, occupano larga parte della biodiversità attuale e presumibilmente anche estinta, hanno riempito l’aria primordiale di ossigeno, promuovendo l’esplosione della vita, e, non dimentichiamocelo, forniscono cibo a molto più della metà degli animali esistenti.
Anche a livello paleontologico, le piante fossili costituiscono una risorsa fondamentale per ricostruire gli ambienti del passato, contestualizzare i ritrovamenti degli animali, indagare sull’evoluzione di certi taxa (pensateci, l’evoluzione delle piante influenza quella degli erbivori, e viceversa) e quindi sull’intera storia della vita sulla Terra.

Eppure, vengono considerate di secondo piano…
Penso non ci sia niente di più triste che la posizione negletta delle piante rispetto a quella degli animali.